domenica 22 gennaio 2012

Apple entra nelle scuole

C’era d’aspettarselo: l’Apple entra, in grande stile, nel mondo della scuola anche se per il momento le novità sono solo per il mercato americano.
È notizia di questi giorni la presentazione da parte dell’Apple del suo nuovo iBook 2 una speciale versione dell’iPad, al prezzo di 499 euro, dedicata agli studenti per favorire la consultazione interattiva dei libri scolastici. Accordi con alcune case editrici, tra cui McGraw-Hill, Houghton Mifflin Harcourt e Pearson consentiranno agli studenti americani di acquistare i nuovi libri di testo multimediali a 14,99 dollari. Il tutto accompagnato dal rilascio di iBook Author, una nuova applicazione per Mac per la creazione di libri multimediali con informazioni testuali, immagini e video, per poi metterli in vendita tramite l’iBook Store, e da iTunes U (dove la “U” sta per University): una versione dove le università che partecipano al progetto, mettono a disposizione il materiale didattico che quindi viene condiviso a tutti gli studenti interessati.

Notizia tratta da: http://www.dailyblog.it/



5 commenti:

  1. Però c'è il rischio che Apple si becchi la stessa sberla che Amazon si è beccata a causa dell'inaccessibilità ai disabili.

    Nel caso del Kindle, si trattava di inaccessibilità per i ciechi. Il 25 giugno del 2009, la National Federation of the Blind (NFB) and l'American Council of the Blind (ACB) hanno intentato una causa per discriminazione all'Arizona State University - una delle università che avevano adottato il Kindle a titolo sperimentale - e hanno vinto. Di conseguenza, i dipartimenti della giustizia e dell'educazione US hanno spedito una lettera ai rettori di tutte le università e "colleges" americani vietando l'adozione del Kindle e di qualsiasi tecnologia che discriminasse i ciechi, in base alle leggi che discriminano i disabili.

    Ora l'iPad è sì accessibile ai ciechi, però non vi sono visibili i sottotitoli dei video YouTube, soltanto quelli dei video iTunes. Questo significa che a meno che le scuole e università americane escludino i video YouTube dei materiali d'apprendimento, un'adozione dell'iPad discriminerà i sordi, quindi potrebbe anche venire vietata.

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    1. Ma i sottotitoli che vediamo su YouTube una volta inseriti e collegati non diventano parte integrante del video? Io non conosco “di persona personalmente” l’iPad, ne ho letto, qua e là qualche recensione. Se è come dici tu Claude, credo che sia un problema di software che blocchi la visione dei sottotitoli e tu pensi che la Mela si faccia scappare un così promettente e ricco mercato? Ecco intanto la prima mossa vincente: coinvolgere le univesità e aprire lo spazio iTunes U per il materiale didattico.

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    2. Scusa il ritardo nel rispondere. Nei video YouTube ci sono 2 tipi di sottotitoli: quelli incrostati nei video con un software di editing video prima di essere caricati in YT, ed essi si vedono. Ma il tipo più interessante sono i sottotitoli in "Closed Captioning" che puoi aggiungere come file di testo con indicazioni temporali, cliccando su "Edit Captions/Subtitles" in cima a un tuo video. Questi producono anche la trascrizione interattiva che si può attivare con l'apposita icona sotto il video, utilissima per navigare nei video lunghi. Ma i sottotitoli in closed captioning e la trascrizione interattiva sono solo il prodotto visivo della sincronizzazione di quel file di testo con il video, non ne diventano parte integrante. Ed è quel file che apparentemente la roba Apple non riesce a leggere (controllerò sulle iCose di conoscenti, però il problema è stato riferito su un forum per la promozione della sottotitolazione).
      Potrebbe essere un problema tecnico legato al rifiuto di flash da parte di Apple, però come dici tu, potrebbe anche essere un modo per promuovere l'uso di iTunes, dov'è pure possibile il closed captioning. Però rimane il fatto che se non si possono vedere i sottotitoli dei video YouTube con gli iPad, questo potrebbe infrangere la legge Stanca sull'accessibilità informatica.

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  2. PS e quanto a iBook Author, vedi Apple's mind-bogglingly greedy and evil license agreement (l'accordo di licenza vertiginosamente avido e maligno di Apple), di Ed Bott (ZDNet, 19 gennaio 2012) o, più pacato e dettagliato ma altrettanto severo: iBooks Author EULA restrictions invite antitrust concerns di Chris Foresman (Ars Technica - 24 gennaio 2011).
    Insomma perché usare un software che produce e-libri d'uso limitato con una licenza così capestra, quando te li puoi fare con - ad es. - UDL Bookbuilder che ti guida per produrre qualcosa di accessibile, adattato ai diversi stili cognitivi, e che funzionano con tutti i tipi di computer/device e browser?

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    1. Il mio povero e scarso inglese non mi consente di affrontare la comprensione di un testo, ma grazie ai potenti mezzi di Google traslate sono riuscito a capite il senso dell’articolo di Ed Bott.
      In pratica Apple diventerebbe, qualora utilizzassi iBook Autore per produrre un contenuto, il mio editore esclusivo e avrebbe diritto di vita e di morte sul mio lavoro. Bella cosa! Chiamali fessi! fanno passare l’idea che ti regalano qualcosa, ma sotto, sotto non sono le dame di carità di San Vincenzo che vogliono farci credere.
      Come si dice dalle mie parti “piducci fannu piducci, sordi fannu sordi” (trad. “pidocchi fanno pidocchi, soldi fanno soldi”) e i grandi di Cupertino cercano di attuare in pieno tale detto: a noi i pidocchi a loro i soldi.

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