venerdì 16 dicembre 2011

Si avvicina il Natale

Si avvicina il Natale e oggi, come da tradizione, sono iniziate le “nuvere”, ricostruzione, per le strade dei quartieri, della grotta di Betlemme rivestita di alloro e decorata con arance e mandarini.
Ogni sera, per nove giorni, le novene vengono cantate dai bambini del rione accompagnati dalla banda cittadina. Le canzoni popolari che si eseguono in questa occasione sono delle dolci ninne nanne come questa:

C’era un poviru urtulanu (file .mp3)

C'era un poviru urtulanu
nenti aviva cchi ci purtari:
ci purtà 'n arancitiddu
ppi jucari lu Bamminiddu.
C'era un poviru lignaiulu
nenti aviva cchi ci purtari:
porta un fasciu di ligna ranni
ppi sciucarici li panni.

Ritornello:
La ninna e la nanna
mio caro Bambino
la ninna e la nanna
ti voglio cantar. 
La ninna e la nanna
mio servo divino
la ninna e la nanna
ti voglio cantar.

Dormi e riposa
dormi e riposa
che sul fieno
nasce una rosa. (2 volte)

E se la mamma
ti canterà
dormi figlio
e fai lallò.  
E se la mamma
ti canta e dice
dormi figlio
e stai felice.

C'era un poviru cacciaturi
nenti aviva cchi ci purtari:
porta un lipru e un cunigghiu
ppi la mamma e ppi lu figghiu.
C'era un poviru mulinaru
nenti aviva cchi ci purtari:
ci purtà di prima matina
du' munnedda di farina. (Rit)

C'era un poviru picuraru
nenti aviva cchi ci purtari:
porta latti nni la scisca
ricuttedda e tuma frisca. (Rit.)

8 commenti:

  1. Passato e presente...
    Grazie per l' esperienza culturale che hai proposto.
    Per avere un'immagine orizzontale della natività ne affiaco una legata al presente rimandando a un video Questo è il link a Digital Natitity

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  2. Forse è questo il video segnalato da Serena

    Digital Nativity

    Anche il Cielo si è fatto catturare dai fili della rete!

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  3. Ciao, Gaetano!
    Solo ora mi accorgo di questa ninna nanna di sapore natalizio che ci proponi...
    Bella!
    E' scritta in quale dei tanti dialetti
    siciliani?
    Conosco bene Enna: è la parte più antica
    e aspra della Sicilia, la meno turistica, ma non per questo priva di fascino...
    E allora, per ringraziarti ti dedico questa poesia in dialetto molisano...
    con la traduzione, naturalmente! ;)

    Spera de sole.*

    Ciele ncupite,
    furia de viente e neve a sciucculille.
    Cilì de passarielle nfreddolite,
    uauà de guagliuncielle mananute.

    E Tu scié remenute
    a suone de sampogna
    e de campane a festa,
    pe repurtà speranza a lu suffrì
    Spera de sole mieze a la tempesta.
    _____________________________
    * (Eugenio Cirese - poeta molisano)

    Sfera di sole.


    Cielo incupito,
    furia di vento e neve a fiocchetti.
    Cinguettìo di passerotti infreddoliti,
    grida di ragazzini dalle mani nude.

    E Tu sei tornato
    al suono della zampogna
    e di campane a festa,
    per riportare speranza alla sofferenza.

    Sfera di sole in mezzo alla tempesta.
    ______________________________________
    (Eugenio Cirese - poeta molisano - 1884 - 1955)

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  4. Grazie Antonella, per il bel regalo.

    La canzona è scritta in dialetto barrese (Barrafranca).
    La traduzione delle strofe? Provvedo subito.

    C'era un povero ortolano

    C'era un povero ortolano
    niente aveva da portargli:
    gli portò una piccola arancia
    per giocare il Bambinello.
    C'era un povero legnaiolo
    niente aveva da portargli:
    porta un fascio di legna grande
    per asciugargli i panni. (Rit)

    C'era un povero cacciatore
    niente aveva da portargli:
    porta una lepre e un coniglio
    per la mamma e per il figlio.
    C'era un povero mugnaio
    niente aveva da portargli:
    gli portò di prima mattina
    due munnedda* di farina. (Rit)

    C'era un povero pastore
    niente aveva da portargli:
    porta latte nella fiasca
    ricotta e formaggio fresco. (Rit.)

    * unità di misura “Nuovo dizionario Siciliano-Italiano”
    pag. 627

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