lunedì 26 dicembre 2011

Sicurezza e navigazione protetta per i minori


Questo post nasce dall’esigenza di aprire una discussione sulla sicurezza e la necessità di garantire una navigazione protetta ai minori; discussione iniziata con un mio commento ad un post di Andreas Quali sono i prossimi passi? e proseguita da commento in commento nella blogclasse di Andreas:

[...]
E la soluzione del problema della navigazione sicura, deve essere affrontato navigando insieme ai ragazzi, dal momento che loro comunque navigano, sempre. Perché se poi si entra nell’ottica del proteggere da, mi domando, ma chi protegge i pargoli che mamme e babbi si portano tranquillamente nelle edicole piene di troiai in bella vista? Chi li protegge da disinvolte e scandalose associazioni di notizie di peso morale assolutamente diverso, vomitate da televisori lasciati noncurantemente accesi per giornate intere? Chi li protegge dallo spettacolo indecente di notiziari pronunciati da un tavolo sul quale sculettano come licenziose deficienti fanciulle che potrebbero essere le nostre figliole? Questo invece va bene? Da cosa proteggere quindi? Quando? Dove?
Divieti e censure a me paiono sempre soluzioni banali per mettersi l’animo in pace, intrinsecamente amorali. Queste sono opinioni personali, ovviamente. (Andreas)


Bene Andreas, concordo con tutto quello che dici, però io sento il dovere morale, oltre che professionale, di evitare che a scuola accadano o si verifichino delle “spiacevole” situazioni.
Educare i bambini all’uso consapevole, collaborativo e solidale delle ICT e della Rete in generale per noi educatori deve diventare una priorità. Così com’è necessario evitare che gli alunni dal clic facile, privi di un proprio “scudo” protettivo, si ritrovino in posti pensati per gli adulti e vengano fagocitati dalla Rete, facendosi l’idea che tutto è permesso e che non esiste più limite tra decenza e indecenza. Idea purtroppo predominante nella società debole allevata dalla TV berlusconiana (non volevo tirare in ballo l’Unto del Signore, ma non mi veniva un aggettivo più appropriato).
Mai come adesso l’esortazione ad imparare di Bertolt Brecht in “L’ode dell’imparare” è da ritenere attuale.
Impara quel che è più semplice! Per quelli
il cui tempo è venuto
non è mai troppo tardi!
Impara l’abc; non basta, ma
imparalo! E non ti venga a noia!
Comincia! devi sapere tutto, tu!
Tu devi prendere il potere.
Impara, uomo all’ospizio!
Impara, uomo in prigione!
Impara, donna in cucina!
Impara, sessantenne!
Tu devi prendere il potere.
Frequenta la scuola, senzatetto!
Acquista il sapere, tu che hai freddo!
Affamato, afferra il libro: è un’arma.
Tu devi prendere il potere.
Non avere paura di chiedere, compagno!
Non lasciarti influenzare,
verifica tu stesso!
Quel che non sai tu stesso,
non lo saprai.
Controlla il conto,
sei tu che lo devi pagare.
Punta il dito su ogni voce,
chiedi: e questo, perché?
Tu devi prendere il potere.
E allora? così come giustamente suggerisci, navighiamo insieme ai ragazzi. Insegnamogli a tenere la rotta, a non farsi ammaliare dal canto delle sirene, ad evitare le secche e riuscire a governare la nave nelle tempeste. Facciamo di loro dei Capitani capaci di scegliere e percorrere con sapienza la giusta rotta.

1 commento:

  1. Martedì 20 dicembre, è stata una giornata speciale alla nostra scuola secondaria di primo grado.
    Non classi, non verifiche, non quaderni, non interrogazioni , ma incontri con persone che lavorano nel campo della sicurezza del mondo informatico, visione di filmati e momenti di discussione con i ragazzi sul tema .
    I professori, visto l’uso poco consapevole da parte dei ragazzi dei nuovi mezzi di comunicazione, hanno pensato di organizzare una mattinata intera per sottolineare , riprendendo le parole di Gaetano, ” l’idea che non tutto è permesso e che esiste un limite tra decenza e indecenza”.
    I ragazzi precedentemente si erano iscritti ai ” laboratori” e hanno potuto ascoltare ed interagire con persone che sono a contatto con Internet quotidianamente.
    Non vorrei aggiungere altro su questa esperienza, perchè mi piacerebbe utilizzare le parole dei ragazzi che potrò sentire solo al mio rientrio a scuola

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